Inizio

Circa un mese fa mi trovo a dover tornare a casa, a Badia Petroia (PG) a causa del coronavirus e alla cessazione delle attività della parrocchia. Prima sono stato a Lama di San Giustino (PG) per alcuni mesi; ora, dopo circa 8 anni, mi ritrovo a dover stare a casa con i miei per un periodo di tempo molto prolungato. Dopo essermi sistemato (con 3 paia di mutande, altrettanti calzini, e canottiere; qualche maglione e 2 pantaloni: quasi in pellegrinaggio a casa mia… allucinante!!!), ho cominciato ad organizzare gli studi (sto finendo il quinquennio all’Istituto Teologico di Assisi), i tirocini (per l’abilitazione all’insegnamento della Religione nelle scuole), e la preghiera (sono seminarista e cerco di ascoltare e compiere la volontà di Dio).

Ogni sera mi ritrovo a cambiarmi per andare a letto di fronte ad un quadro con la credenziale del cammino di Santiago- Cammino Francese, che feci nel 2013. 7 anni fa. E sulle prime non ci facevo caso più di tanto, ma dopo qualche giorno ho cominciato a pensare, parafrasando questo quadro come fosse la metafora della mia vita: “ma in quale punto sei arrivato?”.

Ripensandoci sembra di aver vissuto una esperienza fuori dal tempo. Quasi un sogno, ma una esperienza terribilmente vera. Ne sono la prova le varie cicatrici ai piedi che permangono ancora oggi (vedrete nelle prossime puntate), le amicizie createsi lungo il cammino con cui continuiamo a sentirci e a frequentarci (i Paoli, Marco e Vania, Adriana, Micheal, Pino).

Ma quello che rimane sono i grandi insegnamenti del cammino che posso riassumere in poche battute: A) Una meta grande (circa 850 km, la devi dividere in piccole parti, (tappe) e queste ancora in altrettante più piccole. B) Per camminare è necessario essere leggeri (lo zaino da 13 kg è dovuto per forza scendere a 10… vedremo). C) Avere sempre presente la meta, non guardare mai indietro. Ho avuto la tentazione di mollare per 8 volte – contate… Mi sono detto “ma chi te lo fa fare?”. D) Una volta che concludi il cammino, ne sei cambiato, e per sempre. E’ un punto di non ritorno. E) Non puoi camminare ad istinto; hai bisogno di alcune cose: *Meta *Guide (segnali, frecce gialle, mappa, guida cartacea – io ho avuto la TerrediMezzo ed è buona) *Dio * Amici *Disponibilità economica (comunque ho visto gente che senza uno spiccio ha fatto tutto il cammino in provvidenza) *Tempo *Pazzia.

Sono convinto che in futuro comunque non rifarò il Cammino di Santiago, per lo meno da pellegrino. Ho amici (ad es Diego, Francisco Sancho) che lo hanno fatto per alcune volte. Io non riuscirei a rifarlo; per lo meno con le stesse motivazioni del 2013. Potrei andare come hospitalero… Questo sarebbe interessante, e spendere qualche mese per offrire sostegno sia materiale, (pasti, letti) ma soprattutto spirituale dato che ce n’è un estremo bisogno. Come prossimi cammini avrei in mente il Cammino di Sant’Ignazio di Loyola. Sempre in Spagna. Allego link: https://www.percorsiditerre.it/descrizionepercorso/il-cammino-di-santignazio/

Infine tutti quelli che si accingono a partire per un cammino, se ci fanno attenzione, troveranno dei segni della provvidenza di Dio. Dio ha *spronato *accompagnato *corretto *segnato. Sono le cosiddette coincidenze, o meglio DIO-INCIDENZE. Che si verificano attraverso una serie di collegamenti che col senno di poi si riconoscono come benedizioni e non dovuti al caso.

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